Kimberley era impiegata da pochi mesi presso la società Ivell Marketing and Logistics con la mansione di addetta alle fotocopie. Certo, un lavoro forse non entusiasmante, ma pur sempre un lavoro, e di questi tempi da conservare ad ogni costo. Durante un momento di "sconforto", la giovane ragazza ha scritto sulla propria bacheca che il proprio lavoro era noioso, sicuramente non ha tenuto conto che Facebook non è un diario personale, ma una vetrina sul mondo, aperta a tutti. Dopo qualche giorno, Kimberley si è vista consegnare la lettera di licenziamento, con la motivazione che l’azienda, preso atto della sua insoddisfazione professionale, ha ritenuto opportuno interrompere il rapporto lavorativo.
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